Creatività ed innovazione sembrano essere le chiavi per navigare il presente e prepararsi ad un futuro di successo: onnipresenti in ogni lista di skill manageriali, un must per ogni leader, il Sacro Graal ricercato da organizzazioni ed aziende, l’oggetto di innumerevoli ricerche e studi di settore.
Per le menti curiose, ci sono tanti modi per ampliare ed approfondire la conoscenza di quello che permette, stimola e facilita la creatività e l’innovazione: solo scorrendo i risultati di una ricerca su Google possiamo scegliere tra più di 980.000.000 finestre da aprire.
Uno degli ingredienti che prediligo, spesso trascurato nella conversazione, è l’immaginazione. Non si può innovare e creare senza immaginazione, il mezzo attraverso cui riusciamo a vedere nella nostra mente qualcosa mai percepito prima, o non ancora presente, nella sua interezza, nella realtà.
L’immaginazione ha colorato la nostra infanzia, quando il fantasticare e l’inventare erano i migliori compagni di gioco. Amici e mondi immaginari, regole nuove per giochi antichi, pupazzi e pelouche dotati di parola, emozioni, storie da raccontare: l’immaginazione trasformava la noia in attimi e ricordi memorabili.
Crescendo, lo spazio per l’immaginazione si è ristretto, sostituito da ingombranti liste di cose da sbrigare e di cui occuparsi. Consapevoli che il tempo è una risorsa scarsa, tutti noi vogliamo sfruttarlo al meglio. Sentiamo la pressione di essere sempre produttivi, efficienti ¾sempre impegnati.
Come sarebbero diverse le nostre giornate se, riscoprendo quel prezioso dono che tutti abbiamo, ricominciassimo a coltivare la capacità di immaginare?
Carl Sagan, astronomo e cosmologo, aveva una sua risposta:
“L’immaginazione spesso ci conduce in mondi mai esisti prima, ma senza di essa non andiamo da nessuna parte.”